Dopo aver lavorato per una delle compagnie di distribuzione di telecomunicazioni più importanti nel mondo, Brightstar, Inc., Alexander ha dato vita alla propria compagnia di distribuzione, Electrix, in Luanda, creando con un investimento iniziale di 180,000 $un portfolio di compagnie che lavorano in diversi settori – petrolio e gas, telecomunicazioni, hotel, tecnologia, edilizia e altri. Tutte queste compagnie sono riunite sotto l’egida della TGI. Alexander gestisce la TGI e le sue partecipazioni su base quotidiana mentre cerca opportunità in tutto il mondo che permetteranno l’ampliamento dei servizi che la TGI può offrire ai suoi clienti così come gli investimenti che offrono interessanti ricavi alla TGI e ai suoi investitori. Oggi Alexander è Console Onorario di Colombia in Angola, presta servizio come Vice Presidente della Global Shapers (https://www.globalshapers.org/), è membro della Young Presidents’ Organization ed è Board Member della US-Angolan Chamber of Commerce. È anche fondatore della ONG 100% FOR LOVE (https://100forlove.org/). Alex si è laureato presso il Babson College. Parla inglese, portoghese, spagnolo, francese e mandarino.
L’Angola è il luogo perfetto per gli affari. Dopo quarantacinque anni di guerra (15 di guerra d’indipendenza e 30 di conflitto civile), terminati finalmente nel 2002, l’Angola è rimasta ferma agli anni ‘60. Oggi è il primo produttore di petrolio in Africa, il quinto al mondo per la produzione di diamanti e si estende sul 20% di tutta l’area africana sub Sahariana coltivabile e con acqua potabile. Quindi si tratta di un Paese che ha bisogno di tutto e ha il denaro per procurarselo, ma nessuno vi provvede. Noi siamo stati in grado di entrare in un’industria di distribuzione di cellulari che globalmente raggiunge in media il 2% del margine di profitto e quando abbiamo iniziato noi eravamo i più economici sul mercato con l’80% di margine lordo. Sembra pazzesco ma la maggior parte della gente non sa che negli ultimi 10 anni Luanda è stata classificata come la città più costosa al mondo, percià tutto è costoso, dall’affitto di un appartamento di due stanze intorno ai 15000,00 dollari. agli hamburger venduti a 80 dollari. Per questo, per esser in grado di coprire gli alti costi delle operazioni, si aveva bisogno di ottenere un buon margine di guadagno. Ma questo era anche un ovvio segnale che c’era più margine di miglioramento e tante opportunità nel mercato.
Forbes Magazine ha presentato le sue attività imprenditoriali nel settembre del 2012 e Bloomberg News lo ha fatto nel febbraio del 2014. Lei è un simbolo di successo, sicuramente avrà trovato durante il suo percorso persone che hanno creduto in Lei ma soprattutto Lei credeva in se stesso. Che consiglio si sente di dare ai giovani che credono in un’idea e non hanno mezzi propri sufficienti per svilupparla?
Innanzitutto i soldi sono un falso mito. Non bisogna mai dire che non si può fare qualcosa a causa dei soldi. Ho iniziato la mia vita con un prestito studentesco del valore di 80,000 dollari. Se un’idea è buona non bisogna essere avidi ma condividere abbastanza della società fino a quando qualcuno non dica “Sì”. Non ci si deve preoccupare di rinunciare a una grossa fetta della compagnia, soprattutto se si è giovani; lo scopo è fare cose e costruire la propria reputazione accumulando esperienze. Una volta che si è iniziato a costruire un curriculum e una reputazione, si incontrerà gente che offrirà finanziamenti a condizioni sempre migliori. E ribadisco ancora una volta, i soldi sono una falsa credenza. È un problema solo se si pensa che lo sia. Ciò che dobbiamo fare è smettere di preoccuparci dei soldi. Smettere di fare affari pensando al denaro come all’obiettivo principale. L’obiettivo primario dei nostri affari deve essere apportare un valore alla società. Portare qualcosa di buono, aggiungere qualcosa al nostro mondo. Non quanti soldi si possono guadagnare. Una volta che si ha un business che sta aggiungendo qualcosa di positivo al mondo, la gente lo vedrà e percepirà che le tue intenzioni sono orientate ad aiutare tutti e, naturalmente, ognuno vorrà contribuire. Le vibrazioni sono tutto.
La nuova proposta di legge sul regime legale dei cittadini stranieri in Angola approvata dalle Commissioni parlamentari preposte e che ora dovrà passare al vaglio del Parlamento prevede dunque una maggior apertura al turismo, Lei è proprietario anche della Thomson Art House, una struttura ricettiva gioiello che rispecchia l’arte e la cultura angolana, secondo Lei cosa c’è da fare per rendere l’Angola ancora più appetibile dal punto di vista turistico?
Sì! Crediamo moltissimo nel Paese, nella sua bellezza e in tutto quello che ha da offrire. Per questo motivo abbiamo anche aperto la Thomson Beach – Nayuka, un bellissimo resort sull’isola di Mussulo. Il Paese sta facendo già molto ma si può fare di più abolendo l’obbligo di visto per permettere a chi lo voglia di entrare nel Paese in maniera molto più semplice. Penso che ciò di cui abbiamo bisogno sia solo più gente che venga qui per godersi il surf, il kite surf, i deserti, le isole, le fantastiche spiagge, gli animali, le cascate e molto altro.
Ha portato in Angola anche il suo impegno nel sociale, ci vuole parlare della ONG
100%ForLove di cui Lei è il fondatore?
Durante le ultime elezioni americane ho scoperto attraverso lo scandalo della Fondazione Clinton, che molti enti di beneficenza NGO destinano solo il 10% del capitale donato a chi ne ha veramente bisogno. Per tale ragione abbiamo creato un ente di beneficenza chiamato 100% for Love, in cui il 100% di tutte le donazioni ricevute sono devolute direttamente alle nostre cause, oggi il sostentamento dei bambini in ospedali, orfanotrofi e villaggi. TGI, la nostra compagnia finanziaria copre tutte le spese, fornendo alla NGO il personale, gli uffici, la logistica, le consegne, i prodotti e i servizi che sono necessari sul posto, in modo tale che tutte le donazioni possano essere devolute al 100% alla causa. Ci auguriamo che la tecnologia renda i governi e le fondazioni trasparenti ed oneste. Questa convinzione, combinata con il nostro dissenso nello scoprire che chi è a capo delle associazioni di beneficenza incassa il 90% delle donazioni, ci ha portato a riflettere: perché non applichiamo la tecnologia per mostrare trasparenza e per dare alla gente un motivo in più per fidarsi e donare a favore di cause benefiche? Il nostro proposito è destinare il 100% delle donazioni ai beneficiari.Inoltre 100% for Love opera nei seguenti modi:
– Tutte le donazioni vengono rese pubbliche non appena ricevute; le fatture dei beni acquistati sono condivise con i nostri donatori, rispecchiando la cifra da loro donata; foto e riprese video della distribuzione ai beneficiari vengono postati sui social media.
Intervista realizzata dal Dr. Edmondo Papanice. Si ringrazia la Dott.ssa Luana Convertino per la versione tradotta in lingua inglese. Download english version